Centinaia di “mamme” che abusano dei figli. Don Di Noto: “Vedere video e foto raccolti in gallery, è inquietante”
“Pedomama”, n. 2.652 video e foto. Corrisponderebbero a centinaia di donne “mamme” che abusano dei loro figli.
Meter ha immediatamente segnalato i link e il contenuto di questo abominio: alle autorità di competenza e al server provider che ha dichiarato di aver «rimosso il collegamento, l’account chiuso e i dettagli inoltrati alle autorità». Il messaggio di risposta è stato inviato anche alle Polizie a cui sono state segnalate tali nefandezze a danno dei minori, anche su bambini piccolissimi.
Si rammenta che negli ultimi 12 giorni, Meter, ha denunciato più di 100.000 video pedopornografici partendo da un rinomato social che divulgava, sparsi in tutto il mondo, una in quantificabile mole di video e foto, oltre che di iscritti tra i 1.300 utenti in un gruppo e n. 850 in un altro.
La pagine erano strutturate in diverse cartelle nominate: Pedomam, Familypedo, Mamborn, ed altro.
Inquietante il fatto che in diversi video alcune “mamme” erano identificabili (vivo visu) durante gli abusi sessuali sui bambini. Il fenomeno è criminale e molto più serio di quanto si possa immaginare, richiede un intervento strutturato e consapevole che ci è sfuggito dalle mani, nonostante le indagini che portano all’individuazione di alcuni soggetti e all’impegno per individuare le vittime, sono troppe e sempre di più le piccole vittime.
«Alcune domande sorgono spontanee ‒ dichiara don Fortunato Di Noto, da 30 anni impegnato nella lotta alla pedofilia e pedopornografia: il pensiero va alle già vittime innocenti. Ma siamo più che certi che si deve fare molto di più, non è più tollerabile quello che accade all’infanzia, sia per le già vittime che per le nuove vittime. Alcune domande le poniamo perché non basta solo chiudere un account o oscurare un portale o solo bloccarlo. Non basta più. Perché chi lo realizza, lo divulga, occupa uno spazio web ed è comunque un pedopornografo, un criminale che resta impunito, perché non identificato.
Pertanto:
Cosa c’è di più grave se non il traffico di piccoli esseri umani, schiavizzati durante gli abusi sessuali perpetrati sui loro corpi innocenti?
Cosa c’è di più grave se non il ruolo di criminali che possono trafficare, guadagnare e creare profitto dai corpi violati di minori?
Cosa c’è di più grave se non la mancata collaborazione dei Colossi del web? Non hanno un obbligo dettato da una legge, ma “solo su base volontaria” forniscono i dati per l’individuazione dei soggetti coinvolti in tale traffico che si snoda in tutto il mondo. Interessante quel: “solo su base volontaria”. Perché non deve essere obbligatorio per tutti i Server provider del mondo? Quali le ragioni di questa “compiacenza” e mancanza di una norma che imponga l’obbligo?»