Associazione Meter di Don Fortunato Di Noto
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abusi sui neonati lettera aperta a giornalisti e genitori

Pedofilia. Don Di Noto, lettera aperta a giornalisti e genitori

Io e Meter denunciamo le violenze, ma se non sono neonati italiani nessuno li considera. Come se i neonati potessero dirmi quale passaporto hanno

Avola (SR), 24 giugno 2016 ‒ “Sono bambini italiani?, dicono qualche parola in dialetto?, può confermare che queste violenze e abusi avvengono in Italia?“. È inutile che io ribadisca: “Sono neonati! Non parlano lingue, farfugliano! E poi: mica mi prendete per un prete scemo? Ignorante? Sono neonati!“. E invece mi rispondono: “Allora, dato che non sono italiani, non scriveremo nulla nei quotidiani, anzi è un problema che in fondo non ci riguarda. Le diciamo che forse un po’ si esagera“. Tutto questo davanti alle urla dei neonati! E rispondo: VERGOGNATEVI!

IL NEONATO BEVE LIQUIDO SEMINALE? PRIMA BISOGNA CAPIRE SE È ITALIANO – È con queste parole che don Fortunato Di Noto, il sacerdote e fondatore dell’Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org) affida ad una lettera indirizzata a giornalisti e genitori di buona volontà nella quale segnala le incredibili espressioni frutto di vari commenti (da sedicenti genitori e giornalisti, così presentatisi sui social) che in questi giorni ha dovuto leggere. Piuttosto che interessarsi alle incredibili torture segnalate dal sacerdote siciliano, con neonati costretti a bere sperma dal biberon e violentati nei modi più cruenti, le risposte di questi “addetti ai lavori“ sono state quantomai burocratiche, ci sembra. E infatti don Di Noto sottolinea: “E gli effetti si sono visti: nessuno ne ha parlato e pochi hanno scritto sui quotidiani. Non è – credetemi – per avere una news, per uno spazio in pagina; non ne ho bisogno e non ne vorrei. Ma mi occupo di bambini violentati, ed ancora una volta devo constatare come nessuno si sollevi per il fatto che dei neonati vengano violati, abusati, torturati sessualmente“, ricorda. “Ma conta la nazionalità. Come se potessi chiedere ai neonati che passaporto abbiano“, osserva amaro.

OLTRE 8.000 FOTO SEGNALATE IN UN ANNO, 4.800 VIDEO. MA IL SILENZIO È COMPLICITÀ ‒ Don Fortunato ricorda che: “La pedofilia (anche online) è un crimine, ma non tutti la pensano così: sottovalutano il problema e non considerano questo tragico fenomeno come emergenza. Anzi, io direi di più: non lo considerano una cancrena della società iper-sessualizzata, nella quale il mercato del sesso pretende di rendere tutto normale nella strisciante e subdola ‘naturalizzazione’ dell’orientamento pedofilo (da accettare senza se e senza ma)“. E mette in chiaro: “Se non capisci questo, se non urli questo, se non dai voce a chi soffre, sappi che sei COMPLICE anche tu“.

Quindi amaramente osserva: “Già, dovevo capire se erano neonati italiani. Che stupido che sono. Gli chiederò se hanno voglia di telefonare alle numerose linee telefoniche di aiuto per bambini. Già, lo chiederò ai neonati“. E conclude con un dato: “Tanto per intenderci, in riferimento ai neonati: Meter ha denunciato formalmente dal 2014 al 2015 ben 8.745 foto e 4.199 video di bambini da 0 (zero) a 3 anni“. A voi la riflessione.

Lettera aperta a genitori e giornalisti di buona volontà 

METER DENUNCIA: MA SE NON SONO NEONATI ITALIANI NON CI INTERESSANO. 

“Sono bambini italiani?, dicono qualche parola in dialetto?, può confermare che queste violenze e abusi avvengono in Italia?“. È inutile che io ribadisca: “Sono neonati! Non parlano lingue, farfugliano! E poi: mica mi prendete per un prete scemo? Ignorante? Sono neonati!”. E invece mi rispondono: “Allora, dato che non sono italiani, non scriveremo nulla nei quotidiani, anzi è un problema che in fondo non ci riguarda. Le diciamo che forse un po’ si esagera”. Tutto questo davanti alle urla dei neonati!

Queste espressioni che vi riferisco non sono state frutto di alcune telefonate e discussioni nei social: è un collage di diversi commenti (da genitori e giornalisti, così si sono presentati sui social) che in questi giorni mi è toccato leggere.

E gli effetti si sono visti: nessuno ne ha parlato e pochi hanno scritto sui quotidiani. Non è – credetemi – per avere una news, per uno spazio in pagina; non ne ho bisogno e non ne vorrei. Ma mi occupo di bambini violentati, ed ancora una volta devo constatare come nessuno si sollevi per il fatto che dei neonati vengano violati, abusati, torturati sessualmente.

Questo non dovrebbe solo indignarci. Aggiungo anche che i video e le foto sono veri, autentici, frutti abominevoli di ciò che nel nascondimento e nel barbaro atto di potere, adulti (e direi genitori, tutori) compiono su queste creature innocenti.

E invece, da parte di questi “addetti ai lavori”, piccati di essere anche genitori… nessuna reazione. Potrebbe accadere di individuare chi ha diffuso questo materiale, e già sarebbe un qualche cosa: i pedofili online si nutrono di questo eccellente materiale, sempre di più. Potremmo rielaborare un sistema più efficace per la individuazione delle vittime, e questo stenta a partire per la lentezza della collaborazione internazionale. La pedofilia (anche online) è un crimine, ma non tutti la pensano così: sottovalutano il problema e non considerano questo tragico fenomeno come emergenza. Anzi, io direi di più: non lo considerano una cancrena della società iper-sessualizzata, nella quale il mercato del sesso pretende di rendere tutto normale nella strisciante e subdola ‘naturalizzazione’ dell’orientamento pedofilo (da accettare senza se e senza ma). Se non capisci questo, se non urli questo, se non dai voce a chi soffre, però, sappi che sei COMPLICE anche tu.

Già, dovevo capire se erano neonati italiani. Che stupido che sono. Gli chiederò se hanno voglia di telefonare alle numerose linee telefoniche di aiuto per bambini. Già, lo chiederò ai neonati.

Tanto per intenderci, in riferimento ai neonati: Meter ha denunciato formalmente dal 2014 al 2015 ben 8.745 foto e 4.199 video di bambini da 0 (zero) a 3 anni.

È vero, a volte sono video e foto che si ripetono, ma molti sono di nuova produzione. Ditemi se questa non è una emergenza criminale. Meter fu la prima a denunciare l’infantofilia.

Mi dispiace solo che non parlano italiano, ‘sti bambini.

Avola (SR), 24 giugno 2016

Don Fortunato Di Noto

Fondatore e presidente Associazione Meter Onlus

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