Associazione Meter di Don Fortunato Di Noto
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Testimonianze

Testimonianze

Frammenti di storie di chi ha subìto abusi sessuali e ce l’ha fatta. Di chi, con l’aiuto di persone disposte all'ascolto, continua ‒ anche se in salita ‒ a tendere alla libertà perduta.

Io, suora abusata, 17 anni di silenzio. Ora amata

«Avevo 9 anni. Così quel giorno mi trovai a casa dei miei zii, quando lui si trasformò in un orco e così come per gioco abusò di me infrangendo attraverso il suo corpo, per un suo piacere disumano non solo la mia carne ma soprattutto la mia intimità, lacerando la mia dignità, facendomi sentire non più una persona, ma una cosa di cui lui si era potuto servire a suo piacimento. (…) Grazie allo psicologo, era un sacerdote, grazie alla mia Madre Generale e qualche altra persona che mi è stata tanto vicina, ma soprattutto grazie al mio meraviglioso padre spirituale, ho iniziato una nuova vita».

Io, prete da 25 anni. Sogno sempre Giuseppe che salva dagli Erodi

«A mia madre riuscii a raccontarlo solo 12 anni fa circa, dopo la morte di mio padre, a cui non l’ho mai detto, poi ti dirò perché… sono riuscito a dirlo solo ai miei giovani dell’oratorio e con loro ho parlato senza imbarazzo… (…) Ormai è morto da tanto tempo e ho pregato per lui quando ho saputo della sua morte… apparentemente un vecchietto innocuo e gentile, eppure… (…)
Ciao Fortunato, ti ringrazio per quello che fai per tutti i bambini. Mi piace pensare che tu sei Giuseppe che li salvi da Erode, e che ce ne fossero tanti altri… grazie… un abbraccio».

Io, uomo di 30 anni, mai stato un bambino. Abusato da un prete

«Ero un bambino molto particolare, molto timido, vittima di bullismo, e un sabato pomeriggio durante il catechismo lui se ne accorse e anziché usarmi amore disinteressato di padre iniziò a circuirmi e pian piano ad abusarmi. Non è degli atti di abuso che voglio parlare, anche perché non avrebbe senso, ma di quello che gli atti di violenza mi hanno portato ad essere. (…) Don Fortunato mi ha spalancato le braccia fin dalla prima volta che ci siamo incontrati e proprio da quell’incontro ho cambiato prospettiva nel vedere la mia storia. L’aggettivo “doloroso” ha lasciato spazio ad un altro più bello: “speranzoso”».

Io, bambino di 12 anni e la carezza di Papa Francesco

«Mi sono accoccolato nella carezza di Papa Francesco. Secondo me, ama i bambini, in particolar modo quelli sofferenti, dandogli voce e rendendogli giustizia e dignità. Al momento della richiesta a Papa Francesco di benedirmi a nome di tutti i bambini abusati, ho notato il viso del Papa sofferente e dispiaciuto ma non ha esitato neanche un attimo a compiere il gesto di benedizione, dicendomi: coraggio. Dopo avermi benedetto, mi ha accarezzato il viso molte volte, anche quando sembrava che il suo sguardo e la sua attenzione fosse rivolta altrove, mi ci sono accoccolato, e ho visto nel suo volto luce e pace».

Io, fanciulla e il mio bosco blu che mi proteggeva

«Io fanciulla, abusata da mio padre e molestata dal mio parroco: sento ancora il fetore e non il profumo di Gesù. Molestata dal parroco quand’ero bambina, rientrai in chiesa dopo tanti, tanti anni, per la formalità del matrimonio. Mi benedisse le nozze: senza vergogna. Oggi sono una donna adulta, mamma, con una storia di sofferenza indicibile, dove solo l’arte mi viene incontro e mi consola. Un giorno iniziai l’analisi con una psicologa: da quel giorno mi aiutò a ricordare, a scrivere. Ho tanti scritti: iniziai a vomitare, un vomito come un rospo… Ho pianto tanto nel ricordare quegli atti abominevoli!»

Io, bambino abusato da amico di famiglia: da eroe a carnefice sistematico

«Le prime volte in cui abusava di me, questo lo ricordo come se fosse ieri, io gli dicevo: “Ma cosa mi stai facendo? Perché fai così? Ma te lo ha insegnato Gesù?”, e lui, come se nessuno avesse parlato, continuava ad abusare di me. Tante volte la notte, piangendo, mi sono chiesto perché accadano certe cose, perché proprio a me. Il dolore e la vergogna mi tormentavano. Don Fortunato, al nostro primo incontro, mi fece sentire amato e compreso, mi ricordò che non ero solo e mi abbracciò. Quell’abbraccio mi fece sentire amato. Contro la cultura e la lobby del silenzio è necessario raccontare».

Puoi leggere le storie complete su

www.aleteia.org qui per la prima volta sono state rese pubbliche, durante il summit sugli abusi voluto da Papa Francesco (Vaticano, 21-24 febbraio 2019).

Le storie pubblicate sono un contributo positivo per la riflessione e il superamento del silenzio e dell’omertà, nella Chiesa e nella società.

Tanti dopo la pubblicazione di queste testimonianze hanno avuto il coraggio di scrivere e hanno trovato in questa meravigliosa e dolorosa condivisione, l’inizio di un percorso di speranza e la possibilità di poter dire che non si è più soli.

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